Seconda Parte
“???̀ ?ℎ? ?̀ ???????? ???? ?????? ?? ??????” ??ℎ? ?????

?????? ????????? ????? ??????????
????????????
Desidero fare un secondo capitolo sull’Arte per approfondire degli aspetti che possono aiutare nella esperienza e comprensione della stessa. Le forme d’arte sono linguaggi particolari e unici, essenzialmente diverse tra loro eppure tutte, indistintamente, ci parlano di un’unica immensa storia umana e divina, la storia del mistero, della bellezza, del sacro, ossia di tutta quella sfera che conduce l’anima verso le sfere alte e affranca l’uomo dalle miserie delle contingenze materiali portandolo in volo sopra le “nuvole terrene”.
Soffermiamoci soprattutto sulle forme più classiche, ossia scultura, pittura, musica, prosa e poetica, per quanto altre forme, in particolare architettura, danza, cinema, cucina e altre sarebbero interessanti da approfondire. Vi sono diverse coordinate da analizzare tra cui lo spazio, il tempo, il simbolico, il potere immaginifico e interpretativo, la valenza attivante… ognuna di queste dimensioni ci svela caratteristiche del linguaggio artistico e ci permette di armonizzarci in modo più consapevole con l’opera stessa.
Ora cominciamo questo viaggio.
????????
Partiamo dalla scultura. La scultura è un linguaggio puramente spaziale, essa si sviluppa nella dimensione e profondità “corporale” senza variare nel tempo. Non solo la temporalità è assente, ma inoltre, per la sua fruizione non necessitiamo di un esecutore, similmente alla pittura e differentemente dalla musica. La sua esperienza è quindi quella più diretta di tutte e coinvolge essenzialmente la percezione visiva, includendo la tattile se ci si può avvicinare l’opera. Ha quindi una connotazione molto immediata come lo è la sensibilità visiva, ed è molto metafisica in quanto non fluisce, non si sviluppa nel tempo. Infatti i temi trattati con la scultura sono spesso afferenti a sfere metafisiche potenti e profonde: bellezza, armonia, potenza, forza, mitologia, ricordo, celebrazione.
La scultura pur avendo a volte una velata connotazione simbolica, è essenzialmente diretta e tende a rappresentare una realtà da fruire per ciò che è, come nel mondo reale; la decodifica simbolica, se presente, è quasi tutta nell’osservatore e nel suo substrato personale consio o inconscio. Essendo così diretta, la scultura è fruibile a tutti e anche fermandosi al solo livello puramente spaziale, ci parla senza bisogno di una preparazione antecedente molto articolata per “sentire” il suo linguaggio: i simboli, se presenti arrivano direttamente all’inconscio senza passare dalla sfera razionale.
Vi saranno poi persone che sapranno cogliere i diversi livelli se presenti, ma essa tramite la sola via sensibile è già fruibile al puro livello percettivo materiale.

???????
Con la pittura entriamo su un livello più simbolico e complesso. La pittura è un linguaggio più soggettivo, prospettico, articolato, non è spaziale ma ci parla di spazi, e questo coinvolge la sfera rielaborativo-immaginifica in modo più profondo rispetto alla scultura. Il fatto che la pittura, o in genere la rappresentazione bidimensionale abbia da sempre avuto una presenza forte nell’uomo come forma di linguaggio ci parla della sua versatilità, potenza e facilità di comunicazione su molti livelli.
Se nella scultura il mondo tende a essere riprodotto in modo armonico e puro, nella pittura esso viene rielaborato secondo visioni molto più soggettive, personali ponendo il ponte fra artista e spettatore in una dimensione più fluida e allungata. La rappresentazione diviene più simbolica, e il potere immaginifico passa attraverso questo ponte ricondensandosi sotto forme diverse nel fruitore.
Il grande potere magnetico della pittura risiede anche in un duplice aspetto che la rende una delle forme d’arte più utilizzate: la bidimensionalità che rappresenta uno spazio tridimensionale o comunque profondo, sia esso semplicemente rappresentativo che puramente simbolico-immaginifico. La prima parte di questo aspetto è la sua facilità di fruizione. Essendo su di un piano bidimensionale, la pittura non richiede molto spazio e può quindi sia essere trasportata che rappresentata-fruita in modo molto semplice e veloce.
Tecnologicamente l’uomo ha sviluppato la capacità di riprodurre il piano a 2 dimensioni in diverse forme mantenendo inalterate sia i tratti che le sfumature cromatiche e questo ha reso la pittura fruibile ad ogni latitudine senza praticamente quasi alcun costo. E’ un aspetto pratico che spesso non si focalizza ma che ha esercitato una grande diffusione di questa forma d’arte.
La seconda parte di questo duplice aspetto è la magia che essa porta con sé dato che pur essendo planare essa ci mostra quasi sempre forme spaziali, anche nel caso della pura simbologia, e questa traslazione rappresentativa necessita sempre di una rielaborazione personale, dato che nella propria sensibilità soggettiva si crea sempre una forma profonda, dando un aspetto creativo-attivo al fruitore il quale, anche se solo inconsciamente, è ben lieto di mettere in atto tale processo, come partecipando esso stesso alla creazione dell’opera stessa.
Ecco che lo spettatore diviene quindi “artista” con l’artista stesso, ne vive il percorso ed entra in armonia con esso in modo automatico. Il quadro diviene il ponte ove le “2 punte” ( artista creatore e artista fruitore) di questa linea si toccano. Come la scultura anche la pittura è essenzialmente un linguaggio spaziale, fuori dal tempo.
E’ la più adatta al linguaggio simbolico spaziale per la sua facilità di rappresentazione e si presta benissimo a rappresentazioni complesse, articolate, multilivello nelle quali i simboli si trovano a loro agio, essendo figure geometriche che si prestano ad entrare in questo linguaggio diretto atemporale essendo essi stessi atemporali. Ha quindi valenze di comunicazione vaste e articolate che in mano all’artista capace possono portare a risultati sorprendenti.
Può inoltre inglobare anche parole o concetti razionali ( come la prospettiva, frasi o altri disegni tecnici) ed è quindi poliedrica parlando non solo alla sfera intuitiva simbolica ma potenzialmente ed in parallelo anche a quella razionale.

??????
Ora, sul lato opposto della coordinata spazio tempo troviamo la Musica. La forma artistica sonora, quindi complementare a quella visiva. Se la vista si vivifica nello spazio, l’ascolto si dipana sul piano temporale. E troviamo in essa un linguaggio nuovo e articolato. Nella musica il linguaggio è diretto e quindi essenzialmente emozionale, spirituale animico. E’ un linguaggio che parla a tutto il creato, non solo all’uomo.
E’ universale. Anche gli animali e le piante beneficiano delle vibrazioni sonore composte in modo armonico e melodioso. Come mai? Probabilmente perché la vibrazione sonora è una vibrazione meccanico-materica e in quanto tale si collega direttamente al mondo fisico e alle sue leggi fondamentali che ne determinano la creazione, sostenibilità e distruzione. Tutto il mondo quindi soggiace a questa forma di linguaggio e ne ritrova le tracce e leggi nella musica, come fosse una rappresentazione traslata di queste forze universali e primordiali.
Nella musica, al contrario delle arti visive, il supporto non è ne stabile nel tempo ne materico, ci deve essere un esecutore che utilizza uno “strumento” che riporta l’arte, da una dimensione metafisica di conservazione atemporale, alla dimensione terrena temporale di fruizione. Ecco che in questa forma artistica abbiamo 2 artisti, prima il Demiurgo, il Compositore, che utilizzando il Nous pensa un Mondo per donarlo all’anima affinché ne possa vivere secondo le proprie sensibilità e declinazioni, poi, in un secondo momento, il Mago-Sacerdote, l’Esecutore, vivifica questa matrice e la rende fruibile sulla dimensione materiale utilizzando la sua tecnica e conoscenza sacra. Ecco perché la musica ha una valenza molto forte sugli stati emotivi degli esseri viventi.
Se è infatti impossibile definirne i contorni razionali e logici, viene invece semplice e naturale afferrarne il contenuto emozionale, proprio come quando per entrare in contatto con la forza della Grande Madre bisogna utilizzare soprattutto il sentimento, l’approccio cardiaco più che la ragione e la parola, per essere ascoltati da Essa.
La musica è quindi, a differenza della pittura che è un linea retta con 2 punte (artista-fruitore), un triangolo (compositore-esecutore-ascoltatore) che rende il tutto molto più dinamico e inafferrabile. Questo triangolo ogni volta ha sviluppi leggermente diversi e ogni ascolto non è mai uguale al precedente. E’ una forma d’arte quindi a doppio livello compositivo, artista-esecutore e ciò che esce da questo continuo rimpasto ne vivifica la fruizione e la rende molto vicina al modo di lavorare della Grande Madre che pur utilizzando matrici uguali, ogni volta crea forme ed esseri unici in sé. La sua assenza spaziale e la sua necessità temporale la rendono un mezzo unico nelle forme d’arte e senza entrare nei tecnicismi dell’armonia del ritmo e della melodia, attraverso questo viaggio nel tempo, fuori dallo spazio, l’anima compie un volo spesso onirico ma profondo, puramente soggettivo e difficilmente esprimibile a parole.
Non vi è decodifica logico-razionale, la sua forza magnetica parla direttamente allo Spirito e all’Anima senza passare dal controllo mentale. La musica può anch’essa definirsi un linguaggio simbolico? Certamente, anche se in questo caso si utilizzano simboli e chiavi temporali anziché quelle più studiate e conosciute spaziali delle arti figurative. Il simbolo è vivo nella musica dato che attraverso queste vibrazioni materiche, l’anima recepisce direttamente un linguaggio che parla d’altro, che porta altrove, che istruisce e mostra all’ascoltatore dimensioni nuove.
Il simbolo, anche qui come nell’arte figurativa, è un ponte, un tramite. La musica è un linguaggio simbolico a tutti gli effetti, anche se la maggior parte delle persone non ne è consapevole. Sicuramente riuscire a guardare alla musica come ad un linguaggio simbolico che si sviluppa sull’asse temporale rispetto all’asse spaziale, ne determina una nuova consapevolezza e comprensione.
Alla fine si può perfino scoprire che vi sono assonanze e similitudini tra alcuni simboli spaziali e altri temporali, ma questa è un altro discorso che richiederebbe un approfondimento e dei tecnicismi che esulano da questo studio.

Prosa e Poesia
Passiamo ora alla prosa e alla poesia.Con queste 2 forme ci troviamo nella fase intermedia tra l’arte figurativa e quella musicale.
?????
La prosa è la forma artistica più mentale. Utilizza come supporto la lingua parlata “profana” di tutti i giorni. Ciononostante essa viene usata con perizia dallo scrittore per creare stati logici e/o emotivi particolari nel lettore. Essa si svolge su diverse coordinate ed è, da un punto di vista del fruitore quella più complessa e attivante. Cerchiamo di spiegarci meglio: nella lettura di un racconto, le parole e il discorso sono un substrato che entra nel mondo del lettore, attraverso la sfera razionale della parola, per stimolare in modo diretto la creazione di una scena- situazione sia in senso spaziale che temporale.
Ma non solo, la creazione è su tutti i piani…quello uditivo, olfattivo, emozionale, e così via. Il lettore è quindi, similmente all’esecutore della musica, un rielaborare del substrato utilizzando il proprio potere immaginifico per formare, come un Mago-Sacerdote, nella propria sensibilità oggettività il mondo che il Demiurgo gli sta dettando.
Ecco perché è importante e utile che i bambini e gli adolescenti leggano molto, e in particolare racconti di avventura e di fantasia, perché questo stimola il potere creativo-immaginifico del lettore e il farlo permetterà loro, da grandi, di avere un tal potere già attivato e sviluppato, cosa che gli tornerà utile nella vita in molte situazioni, non solo artistiche.
Dal punto di vista della coordinata intuitiva-razionale la prosa si colloca sulla sfera razionale poiché utilizza un linguaggio proprio del mondo logico-razionale, la parola. E’ quindi una forma d’arte particolarmente adatta alle persone molto “terrestri” e che soprattutto in giovane età non hanno potuto sviluppare linguaggi più direttamente intuitivi. Ciò non toglie che la prosa sia un’arte potente e molto stimolante, ma sicuramente si attiva in sfere più logiche-profane e di vita quotidiana.
In questa sfera, la prosa permette al fruitore di creare il proprio spazio e tempo, che in questa forma d’arte perdono di valenza oggettiva, al contrario delle arti figurative e musicali. Persino la fruizione stessa può essere, confrontandoci con la musica, temporalmente interrotta, ripresa, riletta più volte, letta in modo lento o veloce. Spazialmente, confrontandoci invece con le arti figurative, il supporto materico ha una valenza relativa, si possono avere diverse edizioni, ebook o persino audiolibri.
Utilizzando la parola che è e rimane essenzialmente un linguaggio simbolico, lo spazio e il tempo divengono non rigorosi e non fondamentali per la fruizione dell’opera che rimane un ponte fuori dal tempo e dallo spazio, ma ben presente sul piano intellettuale.
??????
Concludiamo infine con la Poesia, probabilmente la forma d’arte più complessa ed articolata, poiché contiene elementi particolari delle altre forme rendendola nel suo genere potente e unica, nonché forse la più difficile. La poesia ha elementi che la pongono in una posizione indefinita, allargata, essa è descrittiva come la figurativa, è discorsiva come la prosa, ma è metrica e sonora, ritmica come la musica.
A differenza della prosa usa sempre il linguaggio della parola ma in modo più strumentale. Se la prosa usa il linguaggio parlato così per come è, raramente finalizzandolo ad altro, nella poetica la traslazione delle aree significative e semantiche è parte integrante e necessaria dell’opera. Il poeta compie un percorso profondo prendendo uno strumento logico razionale, come il linguaggio parlato per plasmarlo ad arte simbolica, sonora, diretta e intuitiva. Oltre a questo un bravo poeta deve saper usare sapientemente l’arte del mistero.
Un poesia non può dirsi tale se esplicita il suo contenuto in modo diretto e chiaro. La vera poesia si copre di mistero, di allegorie, allusioni, di simbologie sia universali che proprie del mondo del poeta. La poesia è un’officina variegata di campi semantici, sinestetici, allegorici, ontologici ed ermeneutici che si incrociano e si fondono sul campo del verso dando luogo non solo al senso del mistero quasi in prospettiva mistica, ma anche ad un’infinità di chiavi interpretative, ognuna potenzialmente accettabile, come nel viaggio onirico dell’anima.
Il poeta deve sentire la musicalità del verso e la ritmica della recitazione, entrando nella dimensione temporale. Ma contemporaneamente deve saper esprimere il paesaggio o la situazione che esprime usando le parole come un pennello di un pittore, con acuto dono di sintesi e di capacità espressiva. Ma le vere colonne d’Ercole che il vero poeta deve saper vincere ed oltrepassare sono la capacità di riuscire ad esprimere uno stato emotivo, interiore, un momento misterico, poetico, ispirato, quindi una condizione inesprimibile a parole, semplicemente usando un mezzo razionale come la parola che di per sé non è concepita per tale fine.

Mentre la musica o la pittura possono “parlarci” direttamente di queste sfere animiche attraverso paesaggi luminosi od oscuri, scene forti o magiche, armonie lunari dolci o ritmiche incalzanti e persino violenti, ecco che utilizzare un mezzo razionale richiede un doppio lavoro all’artista, poiché ha innanzitutto la necessità di esprimere e indurre ad un sentimento e a delle percezioni animiche inesprimibili de facto, ma per farlo deve calarsi in un terreno che lo porta lontano da tutto questo e anzi gli rende il compito più arduo e articolato. Il musicista diviene canale del Nous direttamente lasciando parlare l’energia superiore attraverso le sue dita e il suo strumento, non ha bisogno di razionalizzare.
Esso diviene Mago semplicemente interrompendo il flusso razionale e calandosi nella sfera artistico-misterica. Similmente il pittore utilizza la sua mano, il suo occhio e il pennello per fare la stessa cosa nella coordinata spaziale della tela, senza utilizzare parola o ragionamento (o perlomeno non necessariamente). Il poeta ha invece sempre questo doppio livello da dover maneggiare e al quale non può mai sottrarsi. Ecco che i poeti sono quindi gli artisti più “eroici” ed esploratori del mondo artistico.
Non è un caso che la maggior parte dei filosofi, nello studio delle arti, siano stati attratti principalmente da questa arte. In particolare Heiddeger, è fra i più espliciti in questo percorso e pone nella capacità e funzione poetica la massima potenzialità per ottenere l’Aletheia (ossia il disvelamento dell’Essere, della Verità ultima in senso principalmente ontologico) attraverso la poesia, forma di linguaggio aprente la parola stessa e quindi più vicina, per l’uomo, in termini assoluti all’Essere parmenideo, o per meglio dire, all’Uno di Plotino.
Se le arti figurative e la musica pongono l’artista a diretto contatto con le forze del Nous attraverso un processo di canalizzazione di un linguaggio superiore che viene reso fruibile su questo piano contingente e di spazio tempo, se lo scritto prosaico rimane sempre ben ancorato nel mondo materico e razionale pur permettendo al lettore di attivare il proprio potere creatore-immaginifico, ecco che il poeta rimane nella “terra di mezzo” e con i piedi ben ancorati al terreno ( il linguaggio del parlato) ma la testa fra le nuvole ( il senso della musicalità e della rappresentazione) esso diviene volente o nolente un ponte allungato vivente tra queste 2 sfere così opposte e complementari, il tutto nello stesso momento creativo.
Il poeta vive di entrambe le realtà contemporaneamente e la stimolazione artistica che ne ricava è tra le più potenti e articolate. Non a caso nella Grecia classica, prima di Esiodo, nell’antico Santuario di Elicona, si veneravano 3 Muse, tutte e 3 afferenti alla poetica: Melete, la concentrazione, la memoria e la capacità di affinare la pratica del poeta, Mneme la capacità mnemonica di recitare versi e infine Aoide (o Aede) che incarna il Poema cantato e declamato. Come vediamo i Greci vedevano il Poeta pari al Sacerdote officiante mentre canta i versi Misterici del Rito Sacro.
Ed il Poeta diviene un veggente non solo nell’antica Grecia, ma anche nel simbolismo Francese di fine ‘800 dove Rimbaud conia il termine “Veggente”, infatti giovanissimo dice: “Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente attraverso un lungo, immenso, ragionato disordine di tutti i sensi”. Ecco, qui vediamo come la destrutturazione del mondo sensibile è tramite necessario affinché il poeta possa arrivare all’Aletheia. Processo non necessario nella musica, nella prosa e nella pittura.
???????????
Perché questo studio comparativo delle diverse forme artistiche?Da un certo punto di vista, la focalizzazione di questi aspetti porta il fruitore dell’arte sul piano indagatore e quindi mentale dell’opera, cosa che di primo acchito potrebbe essere non utile per un rapporto diretto, animico con essa. Eppure questo approfondimento e studio ha dei lati interessanti: permette di capire meglio verso quale forma artistica si è naturalmente più portati e le motivazioni soggiacenti, in secondo luogo aiuta a capire in che modo le energie e i linguaggi si muovono su queste dimensioni nelle varie forme d’arte, e infine da più consapevolezza sul perché si ricevono certe sensazioni e percezioni, a volte abbastanza diverse fra loro, in campo artistico.
E’ uno studio soprattutto molto utile per chi vuole fare arte in modo attivo, magari passando da una forma all’altra. Sono aspetti nei quali gli artisti si imbattono costantemente, sia coscientemente che inconsciamente. Le sensibilità dell’artista e del fruitore si confrontano ed elaborano sempre tramite queste sfere. Capirle con un percorso consapevole e studiarne le particolarità aiuta a padroneggiarle e a esperire meglio il ritorno emotivo, animico e persino razionale che un’opera d’arte può dare, sia all’artista nel processo creativo, sia allo spettatore nel momento di fruizione.
Ovviamente quanto da me qui scritto è una visione personale soggettiva. Non è mia intenzione rendere i concetti qui esposti come “regola” ma semplicemente come spunto di riflessione iniziale sul quale poi, ognuno è libero di strutturare la propria personale visione.
Buona Arte a tutti voi…nello Spazio, nel Tempo, Nel Cuore e nell’Intelletto.
Buona Arte a tutti voi…agli Artisti Creatori e agli Artisti Spettatori.
Buona Arte a tutti voi…siamo tutti Artisti, Artisti di noi stessi…ogni istante, creiamo la nostra opera, un mondo, una storia, una coscienza.
